there will be blood

Il petroliere
di Paul Thomas Anderson
Usa, 2007
Produzione Walt Disney Studios Motion
2h38

Paul Thomas Anderson è un regista arido ma che ha del talento. Belle idee, ottima gestione narrativa, classicismo ostentato. E in questo suo ultimo film tutto è grandioso, ammirevole, programmaticamente epocale. Anderson ha voluto una produzione all'altezza dell'epopea del petrolio. E l'ha avuta. Sullo schermo si disegna una grande forma, imponente e traboccante: un meccanismo gigantesco, un'esuberanza di mezzi tecnici e di situazioni drammatiche, il culmine del cinema di Anderson, che ha sempre sprecato meccanismi giganteschi per niente, o comunque un risultato mediocre.

Il petroliere non ha fatto cambiare canoni al suo regista: tutto è più pomposo, e tutto resta programmatico e in fin dei conti inutile, vuoto, gratuito e banale. Un film di propaganda infarcito di anacronistico materialismo. Un film che non riesce a nascondere l'ambizione di dare una chiave di lettura del nostro tempo: un'accetta più che una chiave, uno slogan non troppo sottile, la cover di una frase biblica che vorrebbe interpretare la base filosofica del neoconservatorismo.

La legge del sangue dei predicatori e quella del petrolio dei capitalisti è la stessa: questo il messaggio che Anderson rivela al mondo (ma perché farne un film?). L'America di Bush ha conquistato anche la sua critica, che è diventata un monumento gonfio di retorica.

maria guidone